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Mahannod

Area occupata da questo popolo: Deserto Heribone

Popolo del Mistero conosciuto anche Popolo del Silenzio. Vivono in Heribone, il deserto infuocato, e di loro si conosce ben poco. Il deserto dove vivono è inaccessibile e tremendamente  inospitale. Effettuano scambi di tessuti pregiati e spezie in cambio di cibo, visto che non sono in grado di coltivare quasi nulla in un territorio tanto sterile. Allevano e commerciano esclusivamente con gli ulgan poiché diffidano degli altri popoli e nemmeno cercano di conoscerli. I mahannod hanno coltivato per secoli contatti con la città di Naghbas e, una volta distrutta durante le Grandi Guerre, il popolo del deserto si è rivolto al sud verso Derl oppure con i villaggi a nord della piana del Gryplain.

Origine: Origini molto misteriose e per nulla certe. Si narra che siano stati alcuni maghi degli elementi e la Guardia reale di sua Maestà che si diressero verso est e, ormai completamente privi di ogni scopo, si rifugiarono all’interno del terribile deserto Heribone dove ebbero la capacità di adattarsi e di creare una nuova razza completamente autonoma e distaccata dal resto di Arkhesya. Furono chiamati popolo del silenzio perché ciò che accadde loro nei pressi di Brast tolse ai loro antenati fuggiaschi ogni volontà di proferire parola. Alcuni scritti riportano anche la possibilità che siano state anche alcune maghe dell’isola di Sersea a colonizzare il deserto.

Moneta: RINAD. Il Rinad è una moneta particolarmente rara visti i pochi scambi commerciali che usano fare i mahannod. Questo anche perché questo popolo utilizza molto il baratto. In ogni caso esiste ed è più o meno paritaria al Tarzio ulgan. viene ricavata da una lega di metalli estratti dalle miniere alle pendici sud dei monti Dakmurdy e assume un colore scuro e ferroso.

Lingua: La lingua ha nome Mahd ed è una contrazione del nome del popolo. Ogni suon della lingua Mahd nasce da contrazione dell’antichissima lingua dealantita. Il Mahd è perciò diventato alla fine una lingua di parole stringate e veloci che non si riesce a seguire se non la si conosce alla perfezione. Tutti i discorsi in lingua Mahd sono normalmente molto corti anche se ricchi di fonemi corti a loro volta. Discorsi anche lunghi possono essere ridotti attraverso questa particolare lingua in brevissimi e incisivi. Questa lingua è poco conosciuta perché quasi impossibile da comprendere alle altre razze. I mahannod infatti comunicano in ulgan o delfyde con le altre etnie.

Governo: Governo nobiliare. I nobili formano una sorta di consiglio che si riunisce di rado e per decisioni molto particolari. Normalmente non c’è alcun bisogno di incontrarsi perché le regole nel territorio mahannod sono pochissime, prima fra tutte sopravvivere. Il deserto, pur garantendo l’agognato isolamento, è terribile e quindi non esistono grandi regole se non la massima solidarietà e la divisione del bene più prezioso, l’acqua.

Esercito: L’esercito mahannod è terribile per la sua potenza e violenza. È riconosciuto da tutte le etnie di Arkhesya come il più terrificante, una vera macchina di morte. L’organizzazione estreme, la grande potenza e la velocità incredibile di questo esercito hanno alimentato, da sempre, le leggende di tutta Arkhesya. L’esercito si avvale anche dei terribili necryos volanti, dei terribili esseri alati da combattimento che con la loro ferocia mettono in grave difficoltà anche gli avversari più temibili. Viene chiamato popolo del silenzio proprio perché al passaggio del suo esercito cala un silenzio spettrale.

Caratteristiche: questo popolo è contraddistinto dalla fierezza del loro carattere e questo tratto distintivo si nota persino nei lineamenti e nella bellezza che contraddistingue i loro individui. Non sono molto alti, circa come gli ulgan dell’est, forse un po’ meno, ma di norma sono dotati di fisici robusti, slanciati e longilinei, anche se la loro carnagione tende all’olivastro. Le femmine mahannod sono famose in tutta Arkhesya per la loro assoluta bellezza e, seppur molto ambite dai nobili di qualsiasi casata nobile, sono legate alla loro terra e alle loro tradizioni e, per questo motivo, molto di rado lasciano il deserto di Heribone. Maschi e femmine hanno occhi scuri, piuttosto grandi e profondi e sguardi fieri e carichi di virtù. Non di rado, però, nascono individui di entrambi i sessi con occhi di uno splendido color smeraldo che spicca molto sulla loro pelle olivastra. I capelli sono scuri e crespi, anche nelle femmine, ma capita che qualche giovane mahannod nasca con i capelli lisci, e questo è un grande evento che si festeggia con una festa particolare, come fosse un dono divino. Sono conosciuti per la fierezza, ma il deserto ha donato loro anche una grande gentilezza e magnanimità. Le condizioni impossibili in cui vivono ha condotto questo popolo a essere molto solidale con chi entra nelle loro grazie; sono quindi molto gentili e ospitali con gli stranieri che sono arrivati fino a loro superando il terrificante deserto. In battaglia però questo lato benigno del loro carattere lascia il posto ad una ferocia incomparabile che li ha fatti diventare il popolo guerriero più temuto di tutta Arkhesya e conosciuto appunto come Popolo del Silenzio, proprio perché, al termine di una battaglia vinta non festeggiano, non schiamazzano ma semplicemente raccolgono i loro morti e se ne vanno, in silenzio.

Religione: la religione mahannod è in molti tratti simile a quella delfyde. La completa differenza di territorio e di carattere di razza fa della religione mahannod una sorta di culto del sole legato ad un altro culto fondamentale per questo popolo, la devozione per il deserto. Le radici più profonde della religione di questo popolo stanno nella contrapposizione tra il concetto di astro solare come punto fermo, come perno imperituro su cui l’universo ruota, e il deserto, la sabbia, la continua e costante mutevolezza della vita. Il deserto non è mai uguale a sé stesso, cambia costantemente morfologia a causa dei venti e della sua stessa natura, ma allo stesso tempo, avendo la medesima radice dell’astro solare, il calore, mantiene anch’esso una caratteristica fondamentale e indifferenziata. Per questo motivo i mahannod hanno raggiunto una sorta di profonda consapevolezza e saggezza nell’intendere la vita. Così come la vita è mutevole e sfuggente, altrettanto nella sua essenza è una e sola, senza movimento o mutazione, unica ed indivisibile e per questo ogni sua manifestazione, ogni sua creatura dev’essere rispettata.
I morti mahannod vengono portati nell’unico luogo di tutto il deserto Heribone dove esistono 5 dune a stella che non mutano mai, rimangono immobili dove sono sfidando il terribile deserto. I corpi vengono deposti in questo luogo e lo spaventoso calore li dissecca in poco tempo per poi farli letteralmente scomparire mescolati alla rena del luogo.

Costumi: vivono in zone pressoché sconosciute del grande deserto di Heribone, ma poco si sa della loro organizzazione. Hanno città organizzate ma non molto grandi e vivono all’interno di essere sperimentando tutti i metodi possibile per sopravvivere alle condizioni durissime al quale li sottopone Heribone. Si cibano prevalentemente di carne che cacciano e essiccano con metodi molto particolari per conservarla. Le terre del deserto sono aridissime e producono pochissima vegetazione. Alcuni tuberi, poche piante grasse sono commestibili e da quelle i mahannod traggono il poco che permette loro di non avere una dieta totalmente carnivora.

Storia: della loro storia si conosce pochissimo a parte qualche sparuta notizia dagli annali della biblioteca di Sulltain o dalle cronache dei dravidi di Archemur. Pochissimi sono i re conosciuti che della casata reale Ahn Lamah e poche le cittadine conosciute. Le più famose sono naturalmente la capitale: Sikkurb Xima, una cittadina più verso est, Mirthad, divenuta famosa per aver accolto il capitano Fenris dell’esercito Ulgan e il dravide Ganot della Volta Celeste, attorno al 4.200 dell’E.O. per avvertirli della guerra in corso. Il sovrintendente di Mirthad in quel periodo era un certo Ahmiad Rel Tanor uno dei pochi conosciuti in tutta la storia di questo misterioso popolo. Questa cronaca è raccontata nella celeberrima narrazione de La Stirpe di Gatra. Tutte le cittadine mahannod sono circondate da mura e protette da guarnigioni di guerrieri e difensori poiché il deserto non è molto abitato, ma le creature che lo abitano sono sempre letali.