Comunità Raccogliossa
Luogo: nelle vicinanze di guerre, battaglie e, se capita, epidemie.
Origine: Più che storia sono leggende narrate attorno ai fuochi. Le comunità di raccogliossa nascono in un tempo antichissimo, ai tempi delle Grandi Guerre. La leggenda narra di un gruppo di pezzenti, quasi morti per la fame e per il freddo, che vivevano in una gola dei monti Dak e il destino volle che proprio lì, molto vicino ai tuguri dove erano accampati, si combattesse una battaglia. Al termine dello scontro, quando gli eserciti si furono ritirati, si gettarono sul campo dov’erano le salme dei guerrieri, alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa li avesse aiutati a sopravvivere. Colti di sorpresa dal comandante di uno dei due schieramenti, un capoclan morgni dai modi sicuramente non gentili, dovettero inventare qualcosa in fretta per evitare di venir scuoiati vivi. Uno di loro ebbe la prontezza di dire che erano un gruppo di eremiti e il loro voto era quello di dare degna sepoltura alle salme sui campi di battaglia. Fu un’intuizione geniale, ebbero salva la vita e riuscirono anche, almeno così dice la leggenda, a ricevere in cambio onori e denaro. Da lì nacque il primo sparuto gruppo di raccogliossa, il nome è brutto da sentirsi anche solo pronunciare perché è tradotto da una lingua che non c’è più, uno dei dialetti antichi dei morgni perché pare siano stati proprio loro a etichettarli così in quell’antico passato.
Moneta: non ne hanno… letteralmente
Lingua: tutte.
Governo: nessuno.
Descrizione: I raccogliossa, chiamati così al nord ma conosciuti con altri nomi nel centro e nel resto di Arkhesya: cercamorte o cercamorti, cercadaveri, trovamorti, raccattaossa ecc.. non sono un vero popolo, né un'etnia definita, sono piuttosto una comunità di individui aggregati dal destino avverso. I rifiuti della società che nessuno accetta, che nessuno vuole né tantomeno vuole vedere finiscono in due modi: morti o nei raccogliossa.
I raccogliossa non hanno patria, non hanno casa, non hanno tempo né luogo, non hanno etnia, i raccogliossa, per le altre razze, semplicemente non esistono. Eppure svolgono un lavoro essenziale: raccogliere e inumare secondo le usanze dei popoli i morti in battaglia. Nessuno di loro può vivere in una città, in un villaggio o tra le mura di una casa. Non se lo possono permettere e non sarebbe loro permesso. Vivono perciò accampati a ridosso delle battaglie, laddove agisce la morte perché la morte è il loro nutrimento.
La morte per loro è vita…
Quando arriva al campo uno sconosciuto, che chiede di essere ammesso, nessuno fa domande, nessuno chiede chi sia o quale sia il suo passato, cosa abbia fatto o per qualche assurdo destino sia sprofondato nella più infima condizione di un essere vivente. Nessuno, in nessun luogo di Arkhesya, sceglierebbe deliberatamente di diventare un raccogliossa. Quindi se qualcuno chiede asilo a un campo di raccogliossa già dev’essere grande il suo dolore, di qualsiasi natura esso sia.
In ogni battaglia ogni esercito sa che avrà dei morti e ogni esercito desidera celebrare al meglio i caduti in battaglia, ma nessuno vuole fare il lavoro sporco.
I raccogliossa lo fanno da sempre, da quando esistono le guerre nel reame ulgan e anche oltre i suoi confini.
Sono la feccia della società, gli ultimi, quelli che nessuno vorrebbe nemmeno esistessero: “per il decoro della società civile”.
Vestono spesso allo stesso modo, una specie di lunga tunica verde col cappuccio, una sorta di divisa che però, per la maggior parte del tempo, non si riconosce nemmeno. Troppo lercia, troppo sbrindellata e sfatta e nessuno di loro ha denaro per i vestiti. Quella tunica serve a farli sentire un popolo, pur non essendolo. Il denaro che guadagnano lo usano per il cibo e per avere un carro più grande o un asino che li aiuti a lavorare, e magari pure un compagno, meglio se più giovane, così che possa aiutarli quando diverranno anziani e deboli.
Sollevare cadaveri di soldati non è facile…
Un solo oggetto tengono perfettamente pulito, scintillante, in maniera quasi religiosa. Si tratta di uno stemma in metallo a forma di triangolo con la punta verso l'alto, simbolo del fuoco che tutto brucia e consuma. Ognuno di loro lo porta con un orgoglio, uno stemma che per loro significa identità, comunità e che, però, tutto il resto del mondo riconosce come la peggiore delle maledizioni.
Se hai il triangolo appiccicato al petto significa che sei un reietto.
Pochi di loro invecchiano, spesso muoiono di malattie strane, infezioni e sporcizia perché vivere a contatto con la morte accorcia la vita, e non vi è possibilità di scampo. È come se la Morte, per non scomodarsi troppo, si accontentasse di portar via quelli che ha più vicino… infatti pare prediligere proprio i raccogliossa, così vicini ai morti in battaglia.
Molto viene raccontato di queste comunità nelle cronache raccolte nel “Mietimorte”