Armi magiche antiche
I più famosi mastri costruttori di armi in Arkhesya sono i nani Thoun, fabbri eccellenti e mastri armieri di primissima categoria. Soprattutto il clan dei Dhuin Rompiroccia designato a tutte le arti legate alla metallurgia. Per innumerevoli generazioni, fin dai tempi più antichi i nani delle profondità hanno costruito, su indicazione delle etnie, le loro armi.
Si narra che i nani abitassero fin dai tempi più remoti nelle profondità di tutte le montagne di Arkhesya e addirittura vi fossero delle enormi fucine costruite all'interno di caverne che si inoltravano nelle profondità di Orrigma il grande vulcano, fino a raggiungere il magma dove fondere e temprare i metalli. In quelle fucine furono forgiate le armi più antiche e importanti di Arkhesya.
Molte di quelle armi andarono perdute e non se ne conosce nemmeno il nome e le qualità se non poveri indizi nelle antiche cronache. Alcune di queste sono state gelosamente conservate dalle etnie che ora abitano in Arkhesya. Le pratiche metallurgiche di creazione dei nani e le doti magiche delle etnie che hanno commissionato le armi hanno prodotto, nel corso delle ere, delle armi veramente prodigiose che nelle mani dei grandi eroi della storia di Arkhesya hanno aiutato le cause nelle molte battaglie e guerre. Alcune di queste armi sono state così importanti nella storia di Arkhesya da acquisire un nome.
Quel nome indica l’importanza dell’arma, ne indica anche la personalità e le qualità.
Esistono in ogni caso anche armi di fattura dealantita, il mitico popolo degli dei che abitò Arkhesya nella sua era più remota. Poco o nulla si sa di quelle armi...
Sgailemar - Sgailebas: Spade - Dealantiti
Coppia di spade magiche dette anche Spezzaspettri o Gemelle fredde.
Si tratta di armi mitiche delle quali rimangono solo alcune tracce in certi testi antichissimi conservati dai dravidi e dalla casata reggente ulgan.
Parrebbe che la coppia di armi sia scomparsa all’epoca della distruzione del popolo dealantita ad opera del mostro del lago Ry. La lega di e i processi di costruzione di queste armi sono del tutto sconosciuti, si dice che i dealantiti sapessero creare da metalli comuni delle leghe resistenti ed elastiche tanto da renderle uniche.
Oltretutto di sicuro queste armi son cariche di magia e possono ferire o uccidere anche esseri non fisici, privi di corpo materiale.
Il massimo del loro potere sorge quando usate dallo stesso guerriero, in quel caso non esisterebbe rivale in grado di sconfiggerle. Semmai fossero ritrovate si narra che nessuna arma, anche le più potenti e magiche di Arkhesya possano contrastare il potere delle gemelle Spezzaspettri. Esistono due leggende legate a queste armi: una racconta di come in Arkhesya calerebbero le tenebre perenni se finissero nelle mani sbagliate, l’altra di come possono essere neutralizzate solamente attraverso l’emissione stessa vibrazione sottile che ne ha forgiato il filo.
Alcuni testi conservati nella fortezza di Archemur raccontano di come queste spade pare siano conservate a Sulltain, nella capitale, in un non precisato luogo della cittadella fortificata, un antichissimo mago a portarvele, un certo Ariavanghelor (vedi Genealogia Maghi bianchi). I Dravidi di Archemur sostengono che alcune antiche filastrocche portino agli inesplorati sotterranei della capitale stessa, ma tutto è molto nebuloso e per nulla chiaro. Forse qualcuno un giorno potrebbe cercarle...
Perdute...
Evo odierno, aggiornamento…
Secondo le cronache riportate nel regno di re Kadar, nel quarto anno, le spade pare furono ritrovate, attraverso mille peripezie e caddero nelle mani del terribile stregone Veretorn che le usò nella sanguinosa Battaglia delle Spezzaspettri di cui si narra nella saga: “I taccuini del ginepro”. Dopo quella battaglia terrficante scomparvero di nuovo, è possibile che siano in mano ai maghi bianchi della fortezza di Archemur e che non desiderino farlo sapere a nessuno visto quanto possono essere letali quelle spade se utilizzate assieme.
Solgiath: Scudo - Dealantiti
Scudo luminoso magico detto anche Vincioscuri
Non se ne sa nulla da millenni, appare in qualche cronaca, qualche dipinto o arazzo e nelle leggende dei narratori erranti che descrivono quest’arma durante battaglie e sconti del passato remotissimo di queste terre.
Perduto
Sultyagh: Ascia Bipenne - Dealantiti
Ascia con poteri magici detta anche Fenditenebre
Non se ne sa nulla da millenni, appare in qualche cronaca, qualche dipinto o arazzo e nelle leggende dei narratori erranti che descrivono quest’arma durante battaglie e sconti del passato remotissimo di queste terre.
Perduta
Engholat: Spada - Delfyde
Spada del re, detta anche Fendiferro per la sua qualità di durezza e resistenza. È una spada forgiata dai nani Thoun del clan dei Rompiroccia. Naturalmente è stata forgiata in Raubryn, il metallo più prezioso per le armi, ma poi in questa spada è stata infusa la magia delfyde legata alla natura e all foreste. Oltre a questo influsso magico in essa venne instillata, con un rito ancestrale, l’anima del Quer la foresta che ospita questo popolo rendendola invincibile quando usata nella grande foresta. Fuori di questa foresta però diventa un’ottima spada ma perde tutte le sue qualità magiche. È stata pensata dalla casata reale delfyde per essere baluardo e difesa del reame dei boschi. L’impugnatura dell’elsa è meravigliosa e finemente cesellata con caratteri propiziatori in lingua delfyde, il pomolo è in Adaurum finissimo e la coccia rappresenta una perfetta stella a cinque punte, simbolo di questo popolo.
Slath: Arco - Delfyde
Arco delfyde costruito con un ramo di un Arythesin il cui legno è dotato di immense qualità magiche. Dona all’arciere che lo usa grande calma e potenza, grande lucidità e vista acuta che gli permettono di diventare praticamente infallibile.
La gittata e la precisione possibile con questo arco sono addirittura leggendarie. Non è stato necessaria nessuna applicazione di magie perché il legno Arythesin è magico per natura. Sono pochissimi e molto rari i manufatti di questo legno perché non esistono che pochissimi esemplari degli antichi alberi e il legno deve essere donato spontaneamente, se strappato con forza si polverizza in pochissimi istanti. Nell’era delle Grandi Guerre fu uno strumento di incredibile efficacia nelle mani dei grandi re delfydi.
Attualmente in possesso del Re Delfyde
Syghul: Pugnale Magico - Delfyde
Questo pugnale è un’arma magica del comandante dei cavalieri Helar, la guardia segreta personale del re delfyde. È un pugnale forgiato dai nani Thoun del clan Dhuin in tempi remotissimi. Fu donato a uno dei primi re delfydi con l’intento di sancire una alleanza importante tra i due popoli. È un’arma molto particolare perché, se lanciato, può raggiungere qualsiasi nemico e centrarlo in punti vitali tornando poi nella mano del lanciatore. Solo grandissimi maghi e potenti stregoni possono opporsi alla magia insita in questa arma letale. Il comandante degli Helar, alla fine del suo mandato, lo consegna al nuovo comandante entrante che lo custodirà fino al prossimo passaggio di consegne.
Attualmente in possesso del Comandante Helar
Glyarbell: Spada - Ulgan
È la Spada del re degli Ulgan. Quest’arma ha una storia molto strana e si pensa sia una antica spada Dealantita anche se non ve ne sono reali prove. Ha una lama di un metallo sconosciuto color rosso cupo e un’elsa intarsiata color dell’argento.
Questo perché quando venne sottoposta al consiglio Thoun nessuno dei nani riuscì a indovinare quale tecnica fosse stata utilizzata per forgiarla. Non rientrava nemmeno nell’antica tradizione dei nani quel tipo di forgiatura. Il suo potere è tremendo, ma anche molto pericoloso.
Infatti raramente viene utilizzata in battaglia perché pochissimi sono stati i re ulgan in grado di brandirla. Il suo potere può uccidere qualunque essere, ma se non si è degni di impugnarla diventa letale prosciugando le energie di chi la utilizza fino a farlo morire consunto. Viene chiamata così perché in battaglia riluce in maniera sfavillante e la si vede da grandi distanze.
Attualmente in possesso del Re Ulgan
Angryst: Spada - Ulgan
Spada completamente nera, fatta di una metallo molto raro il Gremorn che viene estratto dal clan Dhurin, dei nani Thoun, nelle profondità del Glehaw. È stata forgiata agli albori del popolo ulgan e si narra che fu donata all’epoca dai nani Thoun per iniziare con un dono la convivenza con gli ulgan.
Non possiede particolari magie, ma ha la particolarità di tagliare qualsiasi tipo di materiale. Quasi tutto ciò che viene a contatto con la sua lama può essere tagliato. Si dice che possa resistere solamente un tipo di lavorazione dei metalli, quella fatta dai mahannod. La famosa corazza Bheriang dovrebbe resistere a questa spada, ma non vi è modo di saperlo non essendo mai stata eseguita una prova.
Era stata trafugata in tempi remoti dagli stregoni wirapi e veniva adoperata nelle guerre. Sembra che gli stregoni neri ne abbiano fatto un’arma demoniaca e nonostante, dopo il suo recupero, sia stata completamente purificata dai dravidi non è più stata utilizzata. È conservata dal capitano dei Gufi di Sirio in luogo sconosciuto.
Attualmente in possesso del Comandante Gufi Sirio
Bheriang: Cotta - Mahannod
Grandi artigiani dei metalli superati solamente dai nani Thoun. Da alcune misteriose miniere che si trovano alle pendici sud dei Dakmurdy i mahannod riescono a ricavare alcuni particolari metalli la cui fusione da una lega resistentissima e allo stesso tempo molto leggera. Quella lega si chiama Roenhod e viene utilizzata soprattutto per corazze e cotte che in questo modo danno grande mobilità al soldato che le indossa.
Bheriang è la capostipite di tutte le cotte di metallo la cui tecnica di lavorazione è antichissima e ormai sconosciuta agli stessi mahannod. È dotata di particolari proprietà che la rendono praticamente invincibile e impenetrabile a qualsiasi arma. È indossata dal re in battaglia e narra la leggenda che sia stata forgiata da un artigiano che conosceva gli insegnamenti degli antichi dealantiti.
Attualmente in possesso del Re Mahannod
Urgrynd: Mazza Ferrata - Morgni
Nessuno conosce la vera storia di quest’arma. Si racconta che fosse stata ritrovata, dal clan più importante dei morgni, la tribù Hatta, nelle zone limitrofe al lago Malek. Assieme ad essa furono ritrovati anche altri oggetti che facevano intendere si trattasse dei resti di un antichissimo accampamento dealantita.
È una mazza ferrata potentissima, costruita con tecniche sconosciute e che i morgni agli albori della loro storia hanno portato dagli stregoni wirapi. Gli stregoni risvegliarono le capacità magiche di quest’arma corrompendola e facendola diventare un vero strumento di morte e dolore. La sua peculiarità è di creare dei potenti scossoni al terreno quando viene battuta.
Tali scossoni riescono a scaraventare all’indietro anche una decina di nemici alla volta dando al combattente grande vantaggio Solo guerrieri di grandi dimensioni possono impugnarla perché è un’arma molto grande e pesante. Ogni 5 anni viene donata al guerriero più valoroso alla fine delle dei cruenti combattimenti che si svolgono durante la grande festa del Murleben che si svolgono a Vidrysk ogni cinque anni.
non si sa...
Delheit: Ascia - Morgni
Tra gli oggetti trovati, assieme a Urgrynd, vi è anche questa ascia da guerra. Anche questa è considerata un oggetto sacro dai clan Morgni ed è stata manipolata dalle stregonerie dei maghi oscuri. Ha una potenza inenarrabile e alcuni la paragonano alla mitica Sultyagh dei dealantiti. Quest’arma rimane sempre al capoclan degli Hatta che la utilizza in battaglia sbaragliando sempre grandi quantità di nemici.
Ha un potere magico particolare che è quello di assorbire potere dai nemici prosciugandone la vitalità. Anche una piccola ferita, il semplice contatto con il sangue dell’avversario è un collegamento sufficiente a creare un ponte energetico che prosciuga la forza vitale fino alla morte.
Solo un potente mago può opporsi a tale incantesimo.
Attualmente in possesso del Capoclan Hatta
Doirk e Claygh: Spade - Dravidi
I Dravidi possiedono due spade, Doirk e Clayg. Sono le cosiddette spade gemelle perché sono nate da una stessa vena metallica che ha subito l’intero percorso, dalla fusione fino alla costruzione delle lame nel medesimo momento e nel medesimo modo.
Nonostante questo i dravidi amano dire che sono due spade identiche, ma dalla diversa personalità. Su indicazione dei Dravidi i nani Thoun hanno cercato la vena metallica che avesse le precise caratteristiche descritte dai maghi. Il metallo poi è stato trattato da alcuni incantesimi molto particolari e segreti che hanno impegnato per intere lune tutti i Dresgon. In seguito sono state riconsegnate ai Thoun che hanno continuato la lavorazione come solo loro sono in grado di fare e poi, una volta finite di essere costruite sono state portate ad Archemur dove hanno trascorso un lunghissimo periodo di tempo in un luogo chiamato Aula dell’Armonia.
Questo è un luogo particolarmente magico di Archemur dove attraverso particolari armonie vengono affinate le caratteristiche di chi o cosa vi entra. Nel caso delle due spade le armonie utilizzate sono state messe in atto per affilare e rendere fortissime le due spade. Al termine di tutti questi processi sono emerse due armi identiche in tutto e per tutto. Solo i Dresgon riescono a vederne l’unica differenza e, come dicono loro, è la personalità.
Attualmente in possesso dei Dravidi
Sghynil: Pugnale Magico - Dealantita e Teagryn
Si tratta di un’arma senz’altro dealantita presente nelle terre di Arkhesya fin dalla notte dei tempi. Le prime tracce risalgono addirittura alla famiglia Reale Ta Gryn e la giovanissima Yarenis ne viene in possesso attraverso uno zio, un componente della famiglia reale in esilio nell’isola Samycreek dove si rifugiò l’intera famiglia reale dealantita dopo la grande catastrofe del demone Ry. Generazioni dopo, il pugnale fu regalato al giovane Dhyan dal padre Kay nella cronaca “La stirpe di Gatra”. Un pugnale appartenuto a tutti i primogeniti della famiglia Teagryn e quindi, probabilmente, alla stessa maga Gatra. Ha caratteristiche molto particolari che riguardano la sua capacità protettive e come strumento magico dealantita dialoga con altri oggetti magici. È in grado di ostacolare gli attacchi nemici se posto di fronte a sé in battaglia. È necessario però avere sangue dealantita nelle vene perché si attivi. Ecco il motivo per cui Dhyan è riuscito a evocarne il potere. Il metallo con cui è stato foggiato non è noto, forse Raubryn vista la lucentezza della lama argentata, somigliante alle leggendarie spade dealantite narrate nelle antiche cronache. Il fodero è finemente lavorato e intarsiato. Vi si trovano incastonate alcune pietre di grande lucentezza e trasparenza, il manico ha incisi dei simboli incomprensibili e alcune minuscole forme geometriche, probabilmente simboli della magia dealantita ormai perduta. Ne "La Stirpe di Gatra" si narra di una fantomatica pergamena che ne descriverebbe le origini ma nessuno, a parte la famiglia Teagryn, l'ha mai consultata. È sempre stato posseduto dalla famiglia Teagryn e tuttora è nelle loro mani, celato in chissà quale luogo di Arkhesya.
non si sa...
Klumorn: Spada - Wirapi
Quest’arma è oggetto di oscure leggende che da sempre opprimono la memoria di tutti gli abitanti di Arkhesya. Si narra che uno dei primi Wirapi, lo stregone Golhud-Hudur fosse in grado di comandare i demoni dei mondi inferiori.
Non è solamente una spada, ma anche la chiave per l’accesso ai mondi inferi, attraverso i quali il Capo degli Stregoni è in grado di evocare creature immonde di tutte le forme e fattezze. È stata vista poche volte in battaglia, ma si pensa sia stata forgiata anche questa dal Gremorn il metallo nero. Nessuna magia pare sia in grado di contrastarla ecco perché si dice che l’unica arma in grado di tenerle testa sia proprio Angryst, l’altra spada nera.
Attualmente in possesso dei Wirapi
Nugrak, Guvrak, Aronak, Funvrak: Spade - Wirapi
Sono quattro spade foggiate in tempi differenti ma dallo stesso mastro fabbro Varruin del clan Dhuin Rompiroccia. La sua è una storia di cupidigia e dannazione che lo ha portato a essere una delle figure più oscure dell’intero popolo nanico. Varruin Senzacuore amava le pietre preziose e l’Adaurum sopra ogni altra cosa. Per accumulare ricchezze ha sacrificato tutto nella vita.
I loro nomi instillano terrore in ogni popolo di Arkhesya, anche se ormai sono ritenute solo una leggenda, una favola per riempire le notti fredde attorno a un falò. Nugrak, la prima, è detta Prosciuganime, Guvrak è detta Bevisangue, Aronak è detta Laceramembra mentre Funvrak è detta Strappacarni per la sua caratteristica lama seghettata. Tutte però, indistintamente, si nutrono del sangue degli avversari, lo prosciugano proprio e lo fanno tanto velocemente quanto profonda è la ferita inferta.
La triste storia racconta di come Varruin fece un sodalizio con gli stregoni neri e promise di diventare il loro fabbro di fiducia, avrebbe forgiato le loro armi in cambio di pietre preziose e Adaurum. Le oscure miniere dei monti alle spalle della fortezza di Magogur sono tanto pericolose quanto ricche di pietre preziose. Gli stregoni della fortezza nera però, soprattutto i più alti in comando, vogliono armi forgiate con il Gremorn e perciò gli commissionarono cinque spade. Egli fu titubante perché conosceva benissimo il tremendo tributo che chiede il Gremorn. È difficilissimo da trovare, se ne trova solo la quantità necessaria a foggiare un’arma alla volta e ogni volta la maledizione pretende una vita, la vita di un nano.
Varruin aveva cinque figli non si fece scrupoli a mandarli alla ricerca del Gremorn, ma ogni volta ne moriva uno e questo accadde per quattro volte. Il Gremorn si prese quattro dei cinque figli di Varruin, ma il nano non ne voleva sapere di lasciar perdere e la sua avidità lo spinse a inviare anche l’ultimo figlio alla ricerca di Gremorn. Ma l’ultimo figlio Lastrin si rifiutò e, in nome dei suoi fratelli, sfidò il padre e lo uccise ponendo fine a una follia che aveva distrutto l’intera famiglia. La maledizione però non si fermò e anche l’ultimo figlio, schiacciato dai rimorsi per aver ucciso il padre, si tolse la vita con la prima delle quattro spade: Nugrak. Gli wirapi non si fecero alcuno scrupolo e si presero tutte e quattro le spade lasciando nell’officina ormai vuota un sacco pieno di pietre preziose che, a detta del clan Dhuin, sono le pietre più maledette che esistano in Arkhesya. Si riconoscono dal fatto che hanno una minuscola, quasi invisibile, incisione a forma di uncino nero. Nessuno sa che fine abbiano fatto, ma parrebbe che la proverbiale avidità dei nani non abbia resistito nemmeno di fronte a questa tragedia e, qualcuno, si sia spartito le pietre e le abbia poi fatte circolare. Sono pietre maledette, dalla prima all’ultima, se ve ne capitasse una tra le mani gettatele nel crepaccio più profondo che conoscete altrimenti la disgrazia ricadrà su di voi, per sempre…
Falchadu: Ascia Bipenne - Nani Thoun
Arma micidiale nel corpo a corpo, ma soprattutto potentissima in campo aperto dove se roteata nel giusto modo riesce a creare una sorta di vortice di energia tagliente in grado di sbaragliare decine di nemici.
Sembra quasi che il Comandante delle truppe dei nani, roteandola, sia in grado di estendere il filo della lama per molto spazio attorno a sé. Nata dalla sapienza ancestrale dei più antichi mastri ferrai del clan Dhuin sembra sia poi stata arricchita di alcune magie legate alla terra dagli elfi silvestri.
Queste però sono leggende che non trovano riscontro nelle cronache dravidi e i nani del clan Rompiroccia non ne parlano mai, con nessuno.
Attualmente in possesso dei Nani
Tholash: Arco - Nani Whighd
L’arco Tolash è in dotazione al comandante delle squadre che volano sui Roc. La storia di questo arco è molto particolare e riguarda l’antica amicizia tra le misteriose comunità di elfi del Glehaw e gli Whighd. Tutto accadde all’epoca in cui il clan degli Harin Sguardofiero si distacco dalla grande comunità dei nani Thoun isolandosi sulle vette della grande catena montuosa prendendo poi il nome di Whighd, il popolo dei picchi ventosi.
Il luogo deciso per stabilirsi era però infestato da Troll delle montagne che fecero strage di nani, pur essendo questi valorosi. I nani chiesero aiuto agli elfi delle montagne e ricevettero in cambio un aiuto aereo dalle truppe volanti degli elfi sui loro grandi Roc. Ne nacque una grande simbiosi e furono gettate le basi per una grande alleanza che tuttora è viva tra i due popoli. Fu in quel lontano periodo che i nani ebbero modo di vedere altri esseri cavalcare quegli stupendi uccelli. In un epico scontro lungo i pendii delle montagne Glehaw una intera squadra di nani si sacrificò per salvare il comandante delle truppe elfiche.
Il re in persona degli elfi donò al popolo dei picchi ventosi un arco magico. Tholash, adatto alla battaglia in aria e in grado di bucare con la sua potenza e capacità magica anche la coriacea pelle dei draghi.
Attualmente in possesso dei Nani
Sghyl: Pugnale Magico - Nani Whighd
Il Gran Sacerdote Whighd dona al più valoroso combattente Whighd, come riconoscimento per le sue capacità in battaglia, questo pugnale dalle caratteristiche assolutamente uniche. Ha una lama leggermente ricurva e ricca di incisioni strane che paiono antiche rune.
Questa lama è di origine sconosciuta, è stata ritrovata da un antico antenato del clan Harin quando ancora erano assieme agli altri clan, nelle profondità del Glehaw. Narra una leggenda, che presso le tribù Azhemadi è diventata una canzone, che questo pugnale sia stato ritrovato nell’antico sentiero Dunnphad che conduce dalle profondità del Glehaw fino alle ostili Terre del Divieto.
Se immersa in qualsiasi liquido questa lama ha la capacità di suscitare visioni del passato o premonizioni del futuro. Il possessore deve essere individuo fiero e puro altrimenti il pugnale può traviarlo fino alla pazzia. Ecco perché ogni tre anni il pugnale viene restituito al Gran Sacerdote, l’unico in grado di vedere in profondità l’animo dell’individuo che ha di fronte.
Attualmente in possesso dei Nani